Carnevale Friuli Venezia Giulia

con Nessun commento

Elenco dei più importanti eventi, spettacoli e manifestazioni carnevalesche nelle varie regioni italiane: Carnevale Friuli Venezia Giulia

Carnevale di Grado

Il centro dei festeggiamenti per il Carnevale di Grado è la rievocazione medievale del “Manso Infiocao”, simbolo della vittoriosa difesa dall’attacco del Patriarca di Aquileia nel 1162.
La sfilata ricorda il tributo annuale di dodici maiali e un manzo che gli abitanti di Aquileia dovevano consegnare ogni Giovedì Grasso ai gradesi meno abbienti, dopo che nel 1162 il Patriarca di Aquileia Voldarigo ed alcuni feudatari tentarono di invadere Grado, ma furono bloccati e sconfitti dal Doge di Venezia e dai suoi marinai, intervenuti per difendere l’isola.
Il “manso infiocao”, che in gradese significa “manzo infiocchettato”, è divenuto il simbolo dell’evento e dei relativi festeggiamenti. Fino alla Seconda Guerra Mondiale per le celebrazioni veniva scelto un manzo vero, coperto da un drappo e ornato di fiocchi, sostituito poi da una controfigura in cartapesta accompagnata da un corteo di un centinaio figuranti in costume d’epoca con rievocazione e spettacolo danzante conclusivo in Campo Patriarca Elia.

Sito: http://www.grado.info
Comune di Gradohttp://www.comune.grado.go.it

Carnevale di Monfalcone

L’etimologia del carnevale deriva, dicono gli studiosi, da “carni levamen” (sollievo della carne), al figurato, concedere libertà agli istinti più elementari della carne. Altri invece dicono che abbia origine da “Carni vale!” (carne addio), con riferimento al fatto che si dava fondo a fine febbraio alle ultime scorte di carni, prima che arrivasse la nuova stagione.
Così il carnevale diventava un periodo di sregolatezza, di eccessi sia alimentari che di comportamento.
Lo schiavo, il plebeo diventava il potente, il padrone. Ed in questo caos artificioso regnava un allegro Re, ciò che i romani chiamavano “Rex Saturnaliorum“ e dal medio evo in poi veniva detto Re carnevale. Nel nostro carnevale vengono richiamati questi tre elementi, il ritrovarsi della gente, lo sfogo spontaneo, il Re carnevale che nella tradizione locale è interpretato da Sior Anzoleto Postier.
A questi fattori, comuni a tutte le manifestazioni carnevalesche, c’è da aggiungere per quella nostrana, l’incontro di popolo in Piaza Granda attorno al “Pilo” per cantare assieme e fare baldoria, mangiare e divertirsi. Nei bisiachi questa è una esigenza vitale; cantare insieme, stare insieme è una necessità spirituale che va oltre la solita passione di divertirsi con il canto come si fa in osteria.
Nel 2012 il carnevale compirà 650 anni di storia, un traguardo importante per una comunità piccola che, ha saputo resistere per secoli e resiste tuttora alle culture contermini, più forti ed attrezzate di noi riuscendo a mantenere le proprie tradizioni, la parlata, la storia e costumi. In quel documento si trova una traccia che potrebbe, 60 anni prima che Venezia si stabilisse nei territori, collegare il nostro carnevale idealmente a quello della città lagunare.

Sito Carnevale di Monfalcone: http://www.monfalcone.info
Comune di Monfalcone: http://www.comune.monfalcone.go.it

Carnevale di Muggia de Muja

Il “Carnevale Muggesano” ha una tradizione secolare da sempre sostenuta dalle autorità cittadine.
l “Carnevale Muggesano” trova le proprie lontane origini nella più classica tradizione veneziana con influssi della penisola istriana. Cronologicamente troviamo l’usanza della “CACCIA AL TORO” che risale ad un conflitto del 1162 tra Aquileia (in mano a Voldarico ricco feudatario di origini germanica – longobarda) e Grado (in mano alla Serenissima).
Il doge Vitale Michiel II° piegò Voldarico e per punizione gli impose di inviare a Venezia, ogni anno, il Giovedì Grasso ricorrenza della resa, di un toro e dodici porci a titolo riparatore. Quest’usanza si protrasse a lungo a Venezia (moltiplicandosi in seguito il numero dei tori sacrificati), estendendosi a tutte le città soggette al dominio veneto e sopravvivendo alla stessa caduta della Serenissima.
A Muggia questa tradizione è durata sicuramente fino alla metà dell’Ottocento. Infatti nel 1893 il muggesano Cristoforo Tiepolo, detto “Boldin” allora ottantenne rese all’abate Jacopo Cavalli una importantissima testimonianza del Giovedì Grasso dei suoi verdi anni in cui si faceva ancora la caccia al toro.
In realtà, più che di una caccia o corrida, consisteva in una mesta passerella in cui il povero toro, prudentemente trattenuto e scortato, procedeva per calli e piazze, finchè stremato non veniva finito al macello, se riusciva decapitato con un sol colpo di spadone (da qui il detto “tagliare la testa al toro”), e la carne (assai saporita perchè “matanada”) veniva venduta a buon prezzo alla cittadinanza.

Sito Carnevale di Muggia de Muja:http://www.carnevaldemuja.com
Comune di Muggia: http://www.comune.muggia.ts.it

wpChatIcon
WhatsApp chat